Il Vesuvio incanta Hollywood premiata l'arte di Regina.
Jan 15, 2017
LOS ANGELES - Il Vesuvio di Gennaro Regina sbarca ad Hollywood. E vince. Il talentuoso artista napoletano ha ricevuto, infatti, un prestigioso riconoscimento nell’ambito dei Los Angeles Movie Awards per il docu-corto Suriezione, “Surjection” per il pubblico a stelle e strisce, nella categoria “Best Experimental”. Un grande onore non soltanto per Regina, ma per Napoli e la Campania tutta.
Il fascino del vulcano, quasi sempre confinato al ruolo di sfondo di una cartolina, emerge invece in primissimo piano ed incanta il pubblico. Il perimetro del cratere e la performance di mani, colori e sabbia lavica che nel vento si mescolano a suon di musica hanno fatto sì che gli organizzatori non esitassero a riconoscere a questo progetto plauso e premio.
Un segnale importante lanciato dal grembo di una nuova avanguardia napoletana, di cui Regina è icona straordinaria, in grado di far sentire la propria voce sino a qui, dall’altro lato dell’oceano. Le atmosfere sono incredibili. Fa bene al cuore vedere l’immagine vasta e diffusa di una Napoli creativa che possa andare anche al di là delle proprie tradizioni. Tradizioni che non vengono affatto accantonate, ma che si mescolano in un frullatore di energie ed idee nuove in grado di tracciare direzioni a loro volta innovative.
Grande entusiasmo in sala, in quel Complex Theatre che da decenni rappresenta uno dei cuori pulsanti della Hollywood creativa e sul cui palco sono stati premiati attori del calibro di Samuel L Jackson. Tra le tante, emerge la voce della regista Brooklyn Lewis che ai nostri microfoni parla di Gennaro Regina come «straordinaria fonte di ispirazione», ringraziandolo in attesa di poterlo incontrare personalmente.
Perché il protagonista, come ci ha detto al telefono, non ha avuto modo di essere presente qui a Los Angeles per ragioni di natura personale. Ed ha aggiunto, che «questo rappresenta soltanto il primo passo di una vera e propria internazionalizzazione dell’arte e dell’intera cultura napoletana». Quello immediatamente successivo, sempre secondo l’artista, «è di fatto già in corso: un congresso delle città del vulcano che possa riunire tante realtà diverse, ma accomunate da una presenza così affascinante, il vulcano appunto, attorno a progetti come questo o, perché no, di tutt’altro genere. Purché, s’intende, di arte si tratti».
In realtà, di passi verso una dimensione globale Regina ne ha già mossi: la sua opera, El Alma del numero diez, infatti, si trova in bella mostra accanto ai tanti trofei nel salone della casa di Dubai di quel Diego Armando Maradona che il genio napoletano ha scelto di ritrarre nella sua dimensione più ribelle di “scugnizzo”.
Il fascino del vulcano, quasi sempre confinato al ruolo di sfondo di una cartolina, emerge invece in primissimo piano ed incanta il pubblico. Il perimetro del cratere e la performance di mani, colori e sabbia lavica che nel vento si mescolano a suon di musica hanno fatto sì che gli organizzatori non esitassero a riconoscere a questo progetto plauso e premio.
Un segnale importante lanciato dal grembo di una nuova avanguardia napoletana, di cui Regina è icona straordinaria, in grado di far sentire la propria voce sino a qui, dall’altro lato dell’oceano. Le atmosfere sono incredibili. Fa bene al cuore vedere l’immagine vasta e diffusa di una Napoli creativa che possa andare anche al di là delle proprie tradizioni. Tradizioni che non vengono affatto accantonate, ma che si mescolano in un frullatore di energie ed idee nuove in grado di tracciare direzioni a loro volta innovative.
Grande entusiasmo in sala, in quel Complex Theatre che da decenni rappresenta uno dei cuori pulsanti della Hollywood creativa e sul cui palco sono stati premiati attori del calibro di Samuel L Jackson. Tra le tante, emerge la voce della regista Brooklyn Lewis che ai nostri microfoni parla di Gennaro Regina come «straordinaria fonte di ispirazione», ringraziandolo in attesa di poterlo incontrare personalmente.
Perché il protagonista, come ci ha detto al telefono, non ha avuto modo di essere presente qui a Los Angeles per ragioni di natura personale. Ed ha aggiunto, che «questo rappresenta soltanto il primo passo di una vera e propria internazionalizzazione dell’arte e dell’intera cultura napoletana». Quello immediatamente successivo, sempre secondo l’artista, «è di fatto già in corso: un congresso delle città del vulcano che possa riunire tante realtà diverse, ma accomunate da una presenza così affascinante, il vulcano appunto, attorno a progetti come questo o, perché no, di tutt’altro genere. Purché, s’intende, di arte si tratti».
In realtà, di passi verso una dimensione globale Regina ne ha già mossi: la sua opera, El Alma del numero diez, infatti, si trova in bella mostra accanto ai tanti trofei nel salone della casa di Dubai di quel Diego Armando Maradona che il genio napoletano ha scelto di ritrarre nella sua dimensione più ribelle di “scugnizzo”.